Social media: la nuova frontiera della sicurezza stradale?

2022-09-03 01:44:44 By : Ms. lissa liao

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In India i social media sono stati promossi a fedeli aiutanti delle forze dell’ordine. La polizia stradale, infatti, interviene rapidamente grazie ai reclami fatti dai cittadini sui social media. Che sia questa la soluzione per strade e città più sicure? O siamo di fronte ad una gogna mediatica di cui si perderà il controllo? Una questione ancora aperta vede, poi, al centro del dibattito l’oggetto della segnalazione. Se invece di un’infrazione ad essere segnalato è un posto di controllo? La legalità di tale azione rimane ancora in dubbio. Insomma se da un lato i social media possono rappresentare una nuova frontiera per la sicurezza stradale, dall’altra possono esserne di ostacolo. Ancora una volta la differenza la fa l’uso che se ne fa.

Un modo efficace per individuare violazioni e problemi del traffico sarebbe twittare la denuncia taggando il canale social della polizia stradale. È il progetto messo in campo dalla polizia di Greater Chennai. Il progetto è nato dopo la segnalazione di un passante che aveva registrato e condiviso sui social media il comportamento indisciplinato alla guida e le tariffe eccessive degli autisti di risciò. Grazie a questi messaggi su Twitter, la polizia ha potuto rintracciare gli autisti sanzionandoli. In un altro episodio un residente aveva segnalato due auto abbandonate che oltre ad ostacolare il traffico, avevano impedito di effettuare alcuni lavori di manutenzione. Dopo aver pubblicato le foto sul suo canale Twitter, in un paio d’ore era stato informato dalla polizia tramite una fotografia che le due auto erano state rimosse. Ad oggi le principali segnalazioni riguarderebbero il comportamento scorretto alla guida e il parcheggio selvaggio. Come può funzionare tale progetto?

La polizia stradale del Great Chennai riceve reclami pubblici in quattro modalità: un’app per cittadini e tre canali social (Twitter, Facebook e Instagram). Per gestire la parte online è stato creato un team separato gestito da un assistente commissario, utile anche per la pianificazione del traffico. Ogni volta che le persone vedono una violazione, scattano foto o video e li pubblicano taggando i canali della polizia. Un messaggio di questo tipo viene subito inviato all’ispettore interessato. L’ispettore, conclusa l’operazione, invierà una relazione con inclusa una fotografia dell’azione intrapresa sul campo. E’ quindi taggata la persona che ha condiviso la segnalazione per fargli sapere che l’azione è conclusa. Il tutto avviene solitamente nell’arco delle 24 ore, fino ad un massimo di tre giorni, secondo la segnalazione pervenuta. Il canale di Twitter riceve reclami su traffico, comportamenti irregolare, guida senza casco, veicoli parcheggiati in spazi pubblici e altri problemi. Va considerato però il rischio che chi segnala un’infrazione altrui, ne commette un’altra o crea un pericolo qualora dovesse utilizzare il cellulare mentre guida anziché fermarsi.

In Italia, invece, l’utilizzo che viene fatto dei social è opposto. Molto diffuso è il segnalare posti di controllo delle forze dell’ordine sui social network. Esistono, infatti, veri e propri gruppi social nei quali segnalare eventuali controlli. Ma è lecito farlo? La questione è molto dibattuta. Secondo alcuni segnalare un posto di controllo attraverso un social network può comportare una denuncia per favoreggiamento. Si andrebbe così a violare il Codice Penale. Per altri si tratterebbe, invece, di una segnalazione del Codice della Strada. Una sentenza di ottobre 2021 affermerebbe, infine, che il fatto costituisce reato in quanto i canali attraverso cui si scambiano queste informazioni sarebbero privati. Certo è che la questione acquista un valore morale. La segnalazione potrebbe avvertire anche chi ha notevoli interessi nello sfuggire ai controlli: rapinatori, truffatori, ladri o, persino, un conducente spericolato o alterato che potrebbe successivamente mettere in pericolo qualcuno!

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