Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e non solo. Ecco le banche che castrano dividendi per volontà della Bce - Startmag

2021-11-16 16:08:43 By : Ms. Iris LI

Intesa Sanpaolo ha sospeso la distribuzione di dividendi cash agli azionisti per 3,4 miliardi di euro. Tutte le mosse di banche e assicurazioni dopo il ban di Bce e Banca d'Italia e l'invito di Eiopa e Ivass.

Dividendi Kaputt per istituti di credito e non solo. Ecco cosa sta succedendo.

Banche e assicurazioni tengono il fieno in azienda per i prossimi mesi difficili che attendono l'Europa. È questo il messaggio, non troppo velato, che arriva da Bce, Banca d'Italia, Eiopa (Autorità europea delle assicurazioni e della previdenza professionale) e IVASS che hanno invitato - più fermamente Francoforte e Via Nazionale - gli istituti e le società vigilate a non pagare dividendi agli azionisti. Almeno fino al 1° ottobre, dice la Bce, ma imponendo una data che potrebbe facilmente posticipare eventuali pagamenti al 2021.

Il 27 marzo la Banca Centrale Europea ha raccomandato agli istituti di credito sotto la sua vigilanza di sospendere la distribuzione dei dividendi fino al 1° ottobre 2020. Il focus è sugli utili da distribuire già proposti ma non ancora approvati e relativi agli esercizi 2019 e 2020 e operazioni di riacquisto o riacquisto di azioni proprie. Il messaggio di Francoforte alle banche è molto chiaro: visto il momento complicato, è meglio trattenere liquidità e capitali per sostenere le tante imprese e famiglie che - una volta passata l'emergenza sanitaria - dovranno fare i conti anche con difficoltà finanziarie.

Secondo Andrea Enria, ex presidente dell'Eba e attuale capo del Consiglio di vigilanza della Bce, si tratta di un “buffer” di 30 miliardi di ulteriori asset di capitale Cet 1 “che daranno ulteriore capacità di erogare prestiti per 450 miliardi”.

La Banca d'Italia ha rivolto lo stesso appello anche agli istituti di credito meno significativi, evidenziando che "il Paese è impegnato in uno sforzo collettivo senza precedenti per contenere la diffusione del Coronavirus, con importanti limiti all'intero sistema economico e produttivo italiano". Nel lungo comunicato, Via Nazionale rileva che la raccomandazione mira a "destinare gli utili a rafforzare il patrimonio e a mettere il sistema finanziario nelle migliori condizioni per assorbire le perdite che si materializzeranno a causa dell'emergenza sanitaria e per poter continuare a sostenere l'economia ".

E c'è di più: Palazzo Koch chiede ai gruppi che non intendono ottemperare alla raccomandazione di "contattare immediatamente la Banca d'Italia per spiegare le proprie ragioni".

Il primo istituto a muoversi - su invito di Francoforte - è stato Unicredit (qui l'approfondimento di Start). Oggi - 31 marzo - sono attesi i consigli di amministrazione di Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Ubi Banca. Successivamente si attendono le decisioni di Bper e Credem (9 aprile), mentre Mediolanum e Banca Generali hanno rinviato la delibera sui dividendi che intendono riattivare quanto prima.

Il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo ha deciso di sospendere la proposta di distribuzione in denaro agli azionisti di circa 3,4 miliardi di euro, pari a 19,2 centesimi di euro per azione, all'ordine del giorno dell'assemblea ordinaria convocata per il 27 aprile 2020, e ha deliberato di proporre la destinazione a riserva dell'utile di esercizio 2019 nella prossima assemblea ordinaria. La decisione è stata presa in linea con la raccomandazione della BCE.

La proposta del consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo, se approvata dall'assemblea, si traduce in un ulteriore rafforzamento della già elevata solidità patrimoniale del gruppo. Tenendo conto delle ultime novità e delle contestuali revisioni del Countercyclical Capital Buffer, l'ammontare del capitale Cet1 del gruppo eccedente il requisito salirebbe a circa 19 miliardi di euro. Fatte salve le indicazioni che verranno comunicate in merito dalla BCE e la vigilanza sulla solidità patrimoniale del gruppo in relazione all'evoluzione del contesto a seguito dell'epidemia di Covid-19, il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo intende convocare un assemblea ordinaria successiva alla data del 1° ottobre per provvedere alla distribuzione di parte delle riserve ai soci entro il 2020, anche in considerazione del sostegno alla situazione finanziaria delle famiglie e alle erogazioni da parte delle fondazioni, che si rende particolarmente necessario nel contesto successivo la pandemia.

Secondo i calcoli del Sole 24 Ore, sono in gioco circa 5,7 miliardi di dividendi per le banche italiane quotate. Se trattenuto integralmente nelle casse delle istituzioni, è un dato che varrebbe un rafforzamento del capitale primario di 58 punti base e che porterebbe il Cet 1, secondo Equita Sim, al 13,6%. In questo modo i nostri istituti di credito potrebbero gestire ulteriori 14 miliardi di sofferenze. Le aziende hanno già comunicato la scelta di sospendere i tagliandi Tod's, Brembo, Avio, Immsi, Fila, mentre Azimut e Poste hanno confermato il tagliando.

Anche nel resto d'Europa si muovono le banche. Il primo a bloccare il pagamento dei dividendi è stato lo spagnolo Santander, poi lo hanno fatto gli olandesi Abn Amro e Ing, la belga Kbc, la tedesca Commerzbank e Bank of Ireland. Gli azionisti della svizzera UBS, invece, potranno sorridere nonostante l'Autorità locale abbia confermato la raccomandazione di Francoforte.

La prima banca italiana a "obbedire" all'invito della Bce è stata Unicredit, che ha deciso di congelare il dividendo di 0,63 euro per l'anno 2019 e di revocare l'autorizzazione all'acquisto di azioni proprie per un valore di 467 milioni di euro annunciata nei mesi scorsi. Secondo l'amministratore delegato, Jean Pierre Mustier, “in questa situazione senza precedenti è più importante che mai sostenere le nostre fondazioni bancarie socie aiutandole a garantire la continuità del loro straordinario impegno nei confronti delle comunità e dei territori in cui operano. Per questo - ha dichiarato - abbiamo deciso di offrire prestiti a tasso zero dedicati alle nostre Fondazioni che sono all'origine del nostro Gruppo "fino ad un valore pari all'ammontare dei dividendi.

Piazza Gae Aulenti ha inoltre annunciato che dopo il 1° ottobre 2020, o a seguito di nuove raccomandazioni della Bce, il cda potrebbe convocare una nuova assemblea degli azionisti per ripresentare le proposte di dividendo ritirate.

Interessante l'interpretazione - riportata da Repubblica - fornita dall'analista di Equita Giovanni Razzoli. “La mossa conferma la gravità della situazione: un regolatore non era mai arrivato a chiedere l'annullamento dei dividendi - commenta -. A nostro avviso non si tratta di una sospensione, ma di una cancellazione tout court che rende quasi impossibile il pagamento nel 2020: gli utili saranno destinati a riserva e, in caso di revoca del divieto, le banche dovrebbero chiedere l'autorizzazione a distribuirli, con una ridotta probabilità di successo. ".

Insomma, la sensazione è che serviranno le risorse, oltre che per fare più credito, per arginare futuri crediti inesigibili. Per quanto riguarda i dividendi, dunque, se ne parlerà ancora a partire dal 2021: per Equita, Intesa, Mediobanca e Credem saranno «le banche capaci di ripristinare più rapidamente la politica dei dividendi».

Sulle orme di Bce e Banca d'Italia, si è mossa anche l'IVASS, l'Autorità di vigilanza sulle imprese di assicurazione, che ieri ha inviato alle imprese del settore una lettera in cui non vieta la distribuzione di cedole ma chiede la massima cautela. Inoltre, IVASS comunica che seguirà le strategie delle società e che - ove necessario - adotterà iniziative per tutelarne la stabilità e l'interesse della clientela.

Per quanto riguarda le grandi aziende italiane, il 13 marzo Generali ha annunciato il pagamento di un dividendo di 0,96 euro seguita da UnipolSai con una cifra decisamente inferiore, 0,16 euro (10% rispetto allo scorso anno). In stand by Cattolica, che ha rinviato l'incontro ma non ha ancora fissato una nuova data; incontri programmati a Bologna il 29 aprile per Unipol ea Torino il 30 aprile per Generali.

Nelle scorse settimane, come aveva anticipato MF-MilanoFinanza, è stata l'Eiopa a invitare le compagnie assicurative europee alla cautela. L'Autorità si è detta pronta ad intervenire sulle regole Solvency II ea chiedere a Bruxelles misure per tutelare le società dal crollo dei mercati se, invece, avessero mostrato prudenza su dividendi e premi variabili.

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