La stampa 3D, come può aiutare ad abbattere le emissioni

2022-06-03 21:05:24 By : Mr. GANG Li

La maggior parte degli sforzi dell'industria per ridurre l'impatto ambientale sembra al momento concentrato direttamente sui processi produttivi e sull'energia, ma ci sono anche altri aspetti su cui le aziende pongono altrettanta attenzione ai fini della decarbonizzazione, non ultimo quello logistico.

Trasporto e movimentazione di materiali, componenti e prodotti finiti vanno infatti ad alimentare una delle attività umane considerate più inquinanti ma anche una di quelle su cui ci sono i maggiori margini di intervento, vale a dire il trasporto stesso. E tra le risorse che potrebbero aiutare più di quanto si pensa c'è la tecnologia della stampa 3D, che il mondo dell'auto ha scoperto da poco e sta sviluppando in direzioni inedite. Ecco come.

La stampa tridimensionale è in realtà un argomento più vasto di quanto sembra, in quanto comprende un crescente panorama di possibilità, con processi e materiali molto differenti ma vantaggi comuni. Ad oggi infatti è possibile stampare per stratificazione pezzi anche di una certa complessità in materiale plastico, resina e polimeri vari, ma ci sono anche procedure più sofisticate che permettono di ricavare parti metalliche con tecnologie laser.

Detto questo, i punti di forza della stampa 3D stanno nella flessibilità: ogni stampante può infatti ricreare più esemplari di un determinato componente, oppure vari pezzi unici, eliminando la necessità di creare stampi, e può riprodurre forme e strutture interne che un normale processo di stampaggio o fusione non riuscirebbe a ottenere proprio a causa dei limiti stessi degli stampi.

Il modo in cui questo si applica alla logistica è semplice da intuire: poter realizzare a piacimento uno o più pezzi, teoricamente in qualsiasi momento, può eliminare progressivamente la necessità di stoccare nei magazzini parti di ricambio che magari rimangano a lungo inutilizzate, rendendole riproducibili a distanza di tempo senza dover conservare stampi che a loro volta, portano via spazio.

Con la stampa 3D, infatti, il magazzino fisico viene sostituito da una libreria digitale fatta di software, in cui ogni pezzo stampabile è conservato sotto forma di programma di stampa ossia delle istruzioni da dare alle stampanti per realizzarlo, quindi un database virtualmente illimitato da cui ottenere in tempi brevi oggetti fisici.

Infine, ma non ultima per importanza, la diffusione delle stampanti 3D può ridurre drasticamente il problema del trasporto dei componenti, contribuendo a ridurre una parte del traffico e dell'inquinamento da esso derivato. Realizzando il principio di "fabbrica diffusa" sostenuto dai teorici dell'industria 4.0 di cui questo è uno degli aspetti di più immediata applicazione.

Mentre l'industria dell'auto ha iniziato a utilizzare la stampa 3D in applicazioni particolari, sfruttandone la flessibilità per ottenere realizzazioni speciali, il primo esempio concreto di costruzione di un magazzino virtuale arriva dal mondo  dei veicoli pesanti, e per l'esattezza dalla divisione Bus di Daimler Trucks, una delle due società indipendenti (l'altra è la nuova Mercedes-Benz AG) nate dalla scissione del precedente Gruppo Daimler.

Daimler Buses ha infatti annunciato che a partire dal mese di giugno inizierà ufficialmente a offrire a varie tipologie di clienti la possibilità di accedere al servizio di fornitura di licenze digitali per la riproduzione in proprio di ricambi con stampanti della Farson Technologies, prima azienda partner ad aver certificato le proprie macchine per la produzione di parti omologate a cui nel tempo se ne aggiungeranno altre.

Il servizio in questa prima fase si rivolge ad aziende di trasporto particolarmente grandi che possano avere interesse a dotarsi direttamente delle stampanti, o a centri di stampa distribuiti che con il tempo possano sviluppare il business della stampa "on demand" per rifornire rapidamente e a km zero aziende della loro zona producendo un numero crescente, diversificato in modo teoricamente infinto di parti, oggetti e accessori.

Questo potrebbe dunque eliminare parte dei trasporti a lungo raggio, l'invio dei pezzi dalla fabbrica ai centri di distribuzione, riducendo la fase di consegna al cosiddetto "ultimo miglio", magari con veicoli elettrici, o annullandola del tutto nel caso della produzione "in casa". Azzerando così le emissioni di tutta questa parte della filiera e abbattendo l'impronta di carbonio dei veicoli e delle aziende stesse.

Al servizio offerto da Daimler Bus si accede registrandosi e verificando la conformità della stampante ai protocolli di stampa. Dopodiché basta acquistare la licenza per riprodurre il pezzo desiderato, che consiste in un file contenente le istruzioni di stampa che vengono  automaticamente cancellate alla fine del processo. 

Attualmente, il primo lotto di licenze già deliberate comprende circa 100 componenti non strutturali per autobus Mercedes-Benz e Setra, che si allargheranno fino a includere entro quest'anno circa 1.500 parti di ricambio delle 40.000 già esaminate e giudicate adatte a essere riprodotte con la stampa 3D. Con un potenziale davvero enorme.

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