Unicredit, bastano quei 10 miliardi in contanti per super coupon e M&A - MilanoFinanza.it

2021-11-16 16:20:30 By : Ms. Alina lu

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Cosa farà Unicredit del suo mega cuscino di liquidità da oltre 10 miliardi di euro ora che l'acquisizione di Mps sembra fuori dai radar? Lo chiedono gli analisti di Bloomberg Intelligence dopo i conti che hanno visto un utile netto di oltre un miliardo nel terzo trimestre del 2021. Nel frattempo il gruppo milanese, guidato dall'amministratore delegato Andrea Orcel, ha lasciato la Turchia e sta preparando il nuovo piano industriale che uscirà il 9 dicembre.

Il titolo questa mattina è salito dello 0,43% a 11,58 euro per una capitalizzazione di 25,7 miliardi, con una performance da inizio anno di oltre il 52%. Secondo gli analisti di Bloomberg, la volontà del Ceo Orcel di allontanarsi dall'operazione Monte "dimostra la disciplina sul fronte M&A del nuovo Ceo e l'attenzione alla creazione di valore per gli azionisti". L'aggiornamento del piano strategico può concentrarsi sull'ottimizzazione dei ricavi e del ritorno di capitale. In questo senso, il consenso sul Rote rettificato al 2022 è del 5,81% contro una media europea dell'8,86%. Sotto i riflettori anche il payout e l'eccesso di capitale. 

Il consenso sul dividend yield della banca al 2022 è del 4,53% (Intesa Sanpaolo 7,31%) contro una media europea del 4,88%. Secondo Bloomberg Intelligence, il capital cushion di Unicredit, ovvero la liquidità in eccesso oltre il minimo regolamentare richiesto dalla Bce, è alla base di un imminente “special payout”, ma fornisce anche flessibilità strategica. Il buffer a fine settembre era di 647 punti base, pari a 628 punti se si incorporasse l'ordinaria politica di riacquisto del 20%.

Tenendo conto dell'inasprimento regolamentare di breve termine (il management prevede un calo sotto i 60 punti base nel quarto trimestre) e del target di buffer del minimo regolamentare (MDA) di 200-250 punti, "questo implica un buffer di capitale superiore a 10 miliardi euro, ovvero più del 40% della capitalizzazione di mercato", calcolano gli analisti. "Sebbene gran parte di esso possa essere gradualmente esteso agli azionisti, il nuovo piano potrebbe potenzialmente aumentare i livelli target di Cet1 e alcuni fondi potrebbero essere stanziati per oneri di ristrutturazione per favorire l'efficienza dei costi". Infine, il buffer di capitale è così elevato da "comprendere anche l'opzione M&A". Anche perché, più alti sono i multipli a cui viaggia un titolo, più è facile effettuare scambi in caso di operazioni straordinarie.

Il nuovo piano strategico di Unicredit, ragionano gli analisti, potrebbe fungere da catalizzatore positivo "se presenta un percorso credibile per migliorare il Rote rispetto alle aspettative di consenso del 6% nel periodo 2021-23". Convincere gli investitori del potenziale di crescita "è fondamentale e... riconquistare quote di mercato e puntare sulle commissioni sono alcune delle leve importanti". La densità delle attività ponderate per il rischio (Rwa) è "relativamente elevata e riequilibrare il mix che la compone potrebbe essere un modo per ottimizzare il rendimento del capitale", suggerisce Bloomberg.

Nonostante gli anni "di pesante ristrutturazione di Unicredit siano ormai alle spalle", gli specialisti ritengono che "potrebbero essere programmati ulteriori interventi di efficienza. Il costo del rischio, che ha raggiunto i 105 punti base nel 2020, è sulla buona strada per scendere sotto il livello di 40 punti". nel 2021”.

La valutazione di Unicredit è una delle più basse tra le banche europee in base alle stime degli analisti, ricorda Bloomberg, "nonostante una solida posizione patrimoniale e un payout significativo". Il costo del capitale per il consenso è del 15% entro il 2023, uno sconto del 20% sulla media del settore, ma in linea con gruppi come Societe Generale, Santander e Barclays. Il rapporto prezzo/prezzo delle attività tangibili (p/tbv) del consenso al 2021 per 0,47 volte è tra i più bassi d'Europa.

Unicredit potrebbe rendere (rendimento totale azionista, cedola più buyback) intorno all'8% nel biennio 2021-22, calcola Bloomberg. Il gruppo milanese ha un target di payout totale del 50% calcolato sull'utile sottostante (fino al 30% di dividendo e minimo 20% di riacquisto di azioni). L'utile netto "potrebbe essere di quasi 4 miliardi, con un livello simile anche nel 2022". Ciò implica un dividend yield annuo del 5% e un riacquisto del 3% della capitalizzazione di mercato. La banca punta a lanciare un riacquisto speciale nel quarto trimestre per 652 milioni di euro, ovvero il 2,5% del valore di mercato. (Tutti i diritti riservati)